Maestri (una lista non esaustiva...)

La questione dei maestri è una delle più interessanti, e nella vita ne ho avuto tanti e meravigliosi.
Richiamo al primo capitolo dei "Pensieri"  di Marco Aurelio (del quale moglie Samia - prima di incontrarmi, ouf... - aveva detto di essersi innamorata, e ho ritenuto saggio documentarmi) che comincia con la lista delle persone alle quali lui, Imperatore, doveva quello che era.
Qui sotto una lista iniziale, per ora solo funzionale al testo per il decalogo per i giovani laureati, ma la completerò.
Stephen Large

Stephen Large

Stupendo chirurgo cardiotoracico a Papworth, dove ho cominciato la "Cambridge registrar rotation", talmente veloce che finiva l'intervento sul cuore prima che io riuscissi a chiudere la ferita del prelievo della vena safena magna sulla gamba.
Gli devo dei principi importanti, come che un intervento deve essere sempre lo stesso, apparentemente una contraddizione con la varientà della chirurgia, ma in realtà significa che tutti gli interventi codificati partono in modo diverso ma devono finire sempre uguali, e se non è così, vuole dire che qualcosa è andato o andrà storto.
E che bisogna scegliere la specialità nella quale ti piace fare l'intervento più frequente. Per lui era il bypass coronarico, che eseguiva  con una fluidità da grande musicista. Mi richiama al fatto che si deve saper trovare la varietà e l'interesse nell'eseguire cose che (in apparenza) possono essere sempre le stesse. Nathan Milstein eseguiva ogni giorno, per tutta la vita, una delle sei suonate e partite per violino solo di Bach.
Henri e Françoise Bismuth Vanhove

Henri Bismuth

"Padre" della chirurgia epatica moderna, fondatore del Centre hépatobiliaire dell'Ospedale Paul Brousse a Villejuif, Parigi, ora nominato in suo onore. Ha influenzato una notevole scuola di chirurghi epatici con i quali ci ritroviamo ogni mese a discutere di pazienti difficili.
Ha una biografia particolarmente interessante, della quale uno scorcio si trova in un' intervista con lui che si trova sul sito dei "Compagnons Hépatobiliaires",  qui.
Nella foto, la moglie Françoise, storica dell'arte e infermiera strumentista (la migliore in assoluto con la quale abbia operato).
La lista delle cose che ho imparato da lui è lunghissima, spesso esemplificata in vere e proprie storie  (fedele in questo alla migliore tradizione ebraica lo caratterizza) che ho deciso di raccontare in uno scritto "Storie dei miei maestri per i miei allievi", presto in cantiere su questo sito.
Vincenzo Mazzaferro

Vincenzo Mazzaferro

Chirurgo epato-pancreatico-biliare e dei trapianti all Istituto Nazionale Tumori (INT) di Milano. Ha scritto uno degli articoli più citati in chirurgia, sui criteri di Milano per l'epatocarcinoma (NEJM 1996). Ma la sua produzione scientifica non si è fermata lì, e ha continuato a pubblicare studi fondamentali sulle malattie maligne del fegato, sempre con rigore scientifico e attenzione al dettaglio nei singoli Malati. Il tutto, in un ambiente difficile e sottodotato di mezzi, come la realtà del Sistema Sanitario Italiano. Qualsiasi cosa abbia pubblicato vale la pena di leggerla perchè è scritta con vero amore della verità (si, penso che la verità esista, se si fa la differenza tra fatti, interpretazione dei fatti e valori -  cfr Hannah Arendt) e della scienza.
Emanuele Dati

Emanuele Dati

Non avrei creduto dover arrivare quasi alla pensione per trovare un Direttore ben più giovane di me e che mi insegnasse tanto sul tema del miglioramento continuo, che considero uno degli aspetti più interessanti del nostro mestiere, a qualsiasi livello gerarchico ci si trovi.
Tra le qualità che Emanuele Dati ha portato nel nostro ospedale, quella di saper trarre il meglio da ciascuno, di renderlo attore responsabile della sua parte nella catena dei compiti, che lui aiuta a identificare in modo collegiale e preciso.
Ingegnere di sviluppo tecnologico per formazione (ha fatto una tesi di robotica evolutiva), ha seguito poi un percorso come ingegnere di produzione, per diventare consulente di (dis)funzionamento aziendale, e infine Direttore di un ospedale pubblico (Ospedale Regionale di Lugano).
Un percorso per lui particolarmente arricchente, e del quale condivide le ricadute con i suoi collaboratori clinici. Metterò qui una sua intervista.
Gilles Mentha (prima fila a destra, con il team dopo un intervento particolarmente complesso a Ginevra)

Gilles Mentha (1952-2014)

Mio Maestro di chirurgia per 20 anni, che mi ha insegnato e accompagnato con l'attenzione, l'affetto  - e talvolta i conflitti - di un fratello maggiore. Purtroppo mancato all'età di 62 anni, mi ha lasciato, tra molto altro, la regola di svestirsi dell'ego quando si entra in ospedale, e quella di far vedere (e operare) le tue complicazioni da un tuo collega (me, nella fattispecie), che assisti (altrimenti la tendenza è di sotto-trattare, con il rischio di un "fail to rescue", la ragione per la quale i Pazienti decedono in Ospedale). Qui una sua intervista su YouTube.
Gilles Mentha apparteneva alla categoria dei chirurghi che pensava a tutto prima dell'interento (lo prendevo in giro dicendo che avrebbe potuto dettare il resoconto operatoria il giorno precedente l'intervento).
Michele Ghielmini

Michele Ghielmini

È stato direttore dell'Istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI), e un autorità mondialmente riconosciuta sui linfomi (il trattamento con Rituximab, per esempio). 
Michele è un campione ed è stato un vero Maestro di affidabilità, non solo nella conduzione dello IOSI e nella creazione della nostra Facoltà all'USI, ma anche e della vita famigliare, e in generale. Questo per una qualità particolarmente importante (vedi quanto ne ha detto Michela Murgia), come ho avuto modo di osservare nei tre anni durante i quali con la moglie Sandra, mi hanno accettato come ospite nella loro casa. 
I momenti di scambio con una persona con una tale esperienza dell'Ospedale e del Ticino sono stati per me straodinariamente importanti.
Ora sarebbe in pensione, ma accettato di essere il Presidente del Soccorso Operaio Svizzero...
Muchel Puech

Michel Puech

Folosofo della tecnica, Professore alla Sorbona di Parigi, ha scritto dei libri particolarmente  interessanti sull'etica della tecnologia e la "saggezza ordinaria" (comportamenti, non parole), che si possono ritrovare qui e soprattutto sul suo profilo Linkedin .  Di lui vi consiglio tutto quello che potrete trovare (il suo libro di divulgazione maggiore, Homo Sapiens Technologicus è disponibile per scaricamento sul suo sito, ed è stato tradotto in italiano. Ai genitori che potreste essere, consiglio la sua collana di filosofia per ragazzi, che è stata un pilastro dell'educazione dei nostri più giovani.
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