Votazioni del 9 giugno:
Perché  voterò un No e un Sì ai temi sulle casse malati.



Lettera al Corriere del Ticino del 22.04 2024 (con note)

 Il Centro, in un disperato "anche noi!" sulla sanità, propone l’iniziativa “Per un freno ai costi” le cui misure saranno realizzabili solo ponendo un tetto al rimborso delle prestazioni. Se accettata, priverà di trattamenti efficaci (come la chemioterapia che ha curato il melanoma di un collega che oggi continua a lavorare) chi non avrà un’assicurazione privata. (1)

La mia esperienza di vari sistemi sanitari (2) mi ha convinto che non ci sia una soluzione tecnica, ma solo una soluzione di principio, coraggiosa: bisogna avere un sistema sanitario pubblico che riduca quanto possibile le possibilità di lucrare sulla salute. 
La salute è un bene comune e va amministrata come tale, senza lasciarla gestire da un “Mercato” la cui mano invisibile, incontrollata, ha già impoverito l’ambiente e il tessuto sociale nei quali viviamo. Dobbiamo creare un sistema sanitario federale che rimpiazzi le casse malati, e che non sperperi i nostri soldi per pubblicità, per cavillare sui rimborsi, o in investimenti azzardati sui mercati finanziari. Che riequilibri i salari di tutti gli operatori sanitari (3), come è (o dovrebbe essere) il caso per insegnanti, magistrati, e poliziotti. Che separi completamente i circuiti della sanità pubblica e privata. Altri paesi, come il Canada, ci sono riusciti e, senza sorpresa, spendono meno di noi, per una copertura equivalente o migliore. 

Un sistema di questo tipo non sarebbe incompatibile con il progresso scientifico e tecnologico. La maggior parte della ricerca viene già finanziata con fondi pubblici; è solo l'ultimo tratto del percorso che viene sfruttato dal settore privato (4). Una giusta retribuzione degli investimenti potrebbe essere conservata, d’altronde, ma non ci sarebbero le spese di marketing e di protezione dei brevetti,  sistemi che vanno ripensati per i loro effetti perversi (come quello di rendere indisponibili i farmaci meno cari, perché meno redditizi). 

Sostengo invece l'iniziativa “non più di 10% del reddito” come un primo passo in favore delle famiglie meno abbienti, ma non dobbiamo fermarci qui. Bisogna avanzare rapidamente verso un sistema sanitario federale, come in Svizzera ben sappiamo fare. 

Note: 
1): i costi della salute aumentano per varie ragioni, alcune delle quali sono perfettamente giustificabili, altre no. Chiaramente se posiamo tutti vivere più a lungo curando malattie prima mortali, come il melanoma che ora si può trattare con delle immunoterapie, non ci si deve stupire che i costi salgano. Il problema qui sarebbe piuttosto decidere qual è il “giusto costo” delle immunoterapie, che sono molto care perché si devono retribuire sì gli investimenti delle compagnie farmaceutiche, ma anche gli azionisti, e gli alti salari dei dirigenti. E giusto che gli azionisti siano retribuiti solo per aver “preso un rischio” ? Dobbiamo pensare a dei modelli alternativi. 

2) Tra Italia (gli studi), Regno Unito (la specializzazione negli anni 1987-1992), la Francia (1995-1997), e la Svizzera, il rapporto costo/qualità delle cure era più alto nel Regno Unito, prima che Margaret Thatcher cominciasse a smontare il National Health Service, mettendo in competizione tra loro gli ospedali e aumentando in maniera vertiginosa il carico amministrativo. La qualità delle cure è decisamente più alta in Svizzera, anche se siamo molto cari. Oggi l'NHS sbritannico soffre di asfissia da mancanza di fondi, nella logica di “più Privato meno Stato” dara a Margareth Thatcher, e per certi aspetti simile a quello che sta succedendo nella vicina Lombardia dove il privato si è impossessato di molte pratiche lucrative, lasciando al pubblico tutto quello che costa. 

3) il problema del giusto compenso è un vero problema problema di società sul quale bisognerebbe aprire un profondo dibattito. Bisogna retribuire le competenze? La lunghezza della formazione? I rischi e le responsabilità? La fatica e il disagio? Ora abbiamo banalmente delegato il tema al “Dio Mercato”, ma vi è un vero difetto di pensiero e profondità anche e proprio nel nostro campo progressista. La corrente di filosofia politica e sociale del “limitarianismo”comincia a riflettere su questo punto. 

4) il caso del trattamento dell’epatite C è emblematico. Le compagnie farmaceutiche hanno deciso che il prezzo del trattamento, straordinariamente efficace, dovesse essere tarato sulla costo del trattamento con interferone, circa 100,000 Fr/anno, molto meno efficace e più penoso per i pazienti. Le industrie farmaceutiche hanno realizzato dei profitti straordinari, compensando al dilà della decenza gli investimenti, tra l’altro raccogliendo i frutti di enormi investimenti del settore pubblico nella ricerca.     
Cerca