Come la salute, la biodiversità è un capitale che va protetto
Lettera al corriere del Ticino prima della votazione del 22.09.2024
Sovente ci accorgiamo di aver consumato il nostro capitale di salute più in fretta di quanto il nostro orologio biologico avrebbe avuto in programma, e quando è troppo tardi. Nel caso della biodiversità, il raffronto con la salute aiuta a pensare correttamente il problema.
La situazione è simile nel senso che la biodiversità permette di fare tutto quello del quale abbiamo bisogno: nutrirci, resistere a nuove malattie, selezionare nuove varietà adattate ai cambiamenti atmosferici che stiamo vivendo, e molto altro ancora.
A differenza del nostro invecchiamento, la velocità dei cambiamenti nella biodiversità non è predeterminata (1) e i cambiamenti potrebbero non avvenire così rapidamente. Potenzialmente la Natura quale la conosciamo oggi, potrebbe fornirci i suoi servizi ancora per centinaia di secoli. La cattiva notizia è che l’orologio, in precedenza su tempi lunghi, è ora impazzito, con una velocità che abbiamo contribuito noi esseri umani ad accelerare vertiginosamente negli ultimi anni. La buona notizia che non è un processo ineluttabile: possiamo rallentarlo con delle misure di protezione efficaci.
Inoltre, è possibile limitare la perdita che sta accadendo a livello mondiale in modo molto pragmatico, agendo su una scala locale (cosa che è più difficile da fare per il cambiamento climatico), il cui destino ci appartiene.
Facendo un passo indietro per prendere in considerazione il punto di vista dei rapporti tra Umanità e Natura, l’iniziativa è importante: afferma che dobbiamo porre dei limiti alla trasformazione della Natura in denaro, cosa che continuiamo a fare a causa della mancanza di regole chiare (2).
I contrari all’iniziativa agitano lo spauracchio che non sarà più possibile agire come prima (3). In parte è vero: dovremmo agire meglio, con maggiore lungimiranza utilizzando gli spazi in modo multifunzionale e polivalente e non per mera speculazione. Non si tratta di mettere la natura sotto una campana di vetro ma di usarla in modo parsimonioso e flessibile. Non si vuole togliere ma vivere con maggiore rispetto per un bene collettivo. Le rinaturazioni dei fiumi e dei laghi si sono rivelate un successo per la natura e gli esseri umani, le città alberate un sollievo per le persone fragili così come per altri essere viventi. Un win-win per tutti.
Ben vengano delle regole sagge, che ridiano alla Natura lo spazio che merita, e nel quale avremo il nostro.
L’iniziativa per la biodiversità è un passo importante verso l’equilibrio tra attività umane e Natura qui da noi, una Natura che ci sostiene e rende meraviglioso il paesaggio nel quale viviamo.
Non perdiamo (anche) questa occasione.
Note:
1) per l'invecchiamento, esiste una correlazione tra frequenza cardiaca e durata della vita, anche per l'uomo che però è un'outlier rispetto agli altri mammiferi (viviamo circa 3 volte il numero dei battiti cardiaci ai quali avremmo diritto, circa un miliardo).
2) in una metafora, come specie siamo bravi a gestire le dispense vuote - abbiamo 300 milioni di anni di evoluzione nella penuria che ci aiutano in questa direzione - ma non le pattumiere piene (l'abbondanza dagli anni 50...). Harari nel suo "Sapiens breve storia dell'umanità" elabora in maniera interessante il posto (recente) di Sapiens nella catena alimentare.
3) La campagna del "No" ci dice: "Finito con...". e una serie di fanfaluche controfattuali miste a cose verso le quali è giusto che sentiamo dei lmiti. Potremmo aggiungere anche: "Finito con il trovare il pasto preparato da tua moglie la sera quando torni a casa", per il voto alle donne, o "Finito con il lavoro costi competitivi..." per le leggi sui contributi sociali.